Il prequel è ambientato 1.200 anni prima della serie principale “The Witcher”, ed era atteso con ansia dai fans per i continui ritardi della messa in onda, causati anche dalle difficoltà nelle riprese causate dalla pandemia.
Le notevoli aspettative, in considerazione del battage pubblicitario, e degli attori ingaggiati, soprattutto di Michelle Yeoh, recentemente premiata con un Oscar, e di Laurence O’Fuariain, che aveva dato buona prova si sé nella serie “Vikings, sono andate, almeno, in parte, deluse.
Parecchi fans della serie principale, hanno infatti lamentato una scarsa caratterizzazione dei protagonisti e dei comprimari, che, complice la frammentazione della trama, non ha permesso agli attori di esprimere le loro potenzialità.
Anche coloro che si aspettavano un esauriente racconto sulle origini dei Witcher, sono rimasti delusi dai pochi minuti dedicati all’argomento soltanto nella puntata conclusiva.
Un altro aspetto criticato è stata la questione politica, trattata in modo vago e spesso noioso, con pochi personaggi stereotipati e scontati.
Anche la computer grafica per gli effetti speciali, in particolare quella adoperata per i pochi mostri, e con la sola esclusione di quella usata per la scena della Convergenza delle Sfere, è stata da molti criticata e ritenuta insufficiente.
Pressoché unanime è invece il favorevole commento alle scene d’azione, numerose, truculente, e spettacolari, anche se, a mio personale e modesto parere, le ho trovate dirette in modo da prestare eccessiva attenzione agli schizzi di sangue, a scapito del dinamismo.
Concludendo, la principale causa delle critiche può riassumersi in un numero di puntate troppo esiguo per poter raccontare esaustivamente la storia e caratterizzare i personaggi, oltre ad un budget eccessivamente modesto.
Personalmente, pur con i difetti succitati, l’ho trovata gradevole, adatta a trascorrere spensieratamente qualche ora davanti allo schermo, purché ci si accontenti di un prodotto senza troppe pretese.